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Inutile proporre ricorsi per il rimborso del 2.50%. Il Governo, dopo la sentenza della Consulta, fà marcia indietro, e decide di ripristinare il sistema al 2010.

31 ottobre 2012


Inutile affrettarsi a proporre ricorsi per il rimborso della trattenuta del 2.50%. Il Governo, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, fa marcia indietro, approva uno specifico decreto-legge e decide di ripristinare il sistema in vigore fino al 2010.
Quindi resta la trattenuta del 2,5%, ma torna la vecchia buonuscita. Il decreto del Governo estingue i processi pendenti e rende prive di effetti le sentenze emesse.

Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale affermi chiaramente la violazione degli articoli 3 e 36 della Costituzione, per la disparità nella quantificazione e applicazione delle trattenute operate che determina «un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati», il Governo aggira l’ostacolo riportando il calendario indietro di oltre due anni.
Ad ogni buon fine vi ricordiamo i fatti: nella primavera del 2010 con la legge 122 (comma 10 dell´art. 12 del decreto-legge 78/2010, convertito nella legge 122/2010) è stata approvata una riforma del meccanismo per la liquidazione (Tfs) dei dipendenti pubblici, con la sostituzione della vecchia buonuscita (o meglio trattamento di fine servizio) con il TFR (trattamento di fine rapporto) dei lavoratori privati, secondo le regole del TFR e a decorrere dal 1.1.2011.
L’aliquota contributiva stabilita per il Tfr dei lavoratori privati, è pari al 6,91 per cento sull’80 per cento dello stipendio, interamente a carico del datore di lavoro, mentre quella prevista per il Tfs (buonuscita dei dipendenti), è del 9,60 per cento sull’80 per cento della retribuzione, con un 2,5 per cento (dunque un effettivo 2% sul totale) in più a carico del lavoratore pubblico.
Il nuovo regime con minore contribuzione, sarebbe dovuto scattare dal 1° gennaio del 2011, ma le amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici e delle amministrazioni locali, compresa l’amministrazione della Regione siciliana, hanno continuato ad applicare nella busta paga dei propri dipendenti la trattenuta del 2,5 per cento, seguendo le indicazioni di una circolare INPDAP.
La questione a seguito di alcuni ricorsi al TAR è approdata alla Corte Costituzionale che ha deciso, come già detto, in favore dei dipendenti.
A questo punto, però, il Governo, che non ha mai preso in considerazione di restituire ai dipendenti la trattenuta illegittimamente operata ,per i due anni fin qui trascorsi e di sospenderla per il futuro, sostenendo che tale restituzione fosse troppo costosa per il bilancio pubblico (3.8 miliardi di euro), è corso ai ripari.
Infatti nella seduta del Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012 è stato approvato uno specifico Decreto-legge che, ripristinando per i dipendenti pubblici il Tfs, riporta indietro la situazione, con effetto retroattivo, quindi anche per i contributi intanto indebitamente prelevati dalle nostre buste paga.
In conseguenza:
- si ripristina, la modalità di calcolo del TFS precedente la legge 122/2010, con le modalità più favorevoli rispetto a quelle introdotte dal stessa legge;
- Non ci sarà alcuna restituzione delle somme trattenute nel 2011 e nel 2012;
- è rilegittimata, in tal modo, la trattenuta del 2,5% a carico del dipendente pubblico.
Per quanto riguarda le cause pendenti, ne consegue la loro estinzione di diritto.
Per avere chiarezza sui variegati aspetti collegati a questa scelta, per esempio su che cosa accadrà a chi nel frattempo ha lasciato il servizio, si dovrà attendere il testo definitivo del decreto legge approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012.



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